Di Giuseppe Storti
Tre sono stati gli storiografi del Regno delle Due Sicilie: l’Abate Don Francesco Sacco, Giuseppe Maria Alfano e dulcis in fundo il più importante di tutti: Lorenzo Giustiniani. Più importante in quanto consegnò alla storia un’opera monumentale per le modalità di composizione. Le cronache lo descrivono come un erudito. Infatti fu docente di critica d’arte all’università partenopea. Il suo nome è legato al Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli, opera monumentale per la stesura della quale attraversò tutte le “terre” del regno, studiandone la geografia e la storia. Nel 1818 aprì un filone di ricerca inedito, studiando la storia della biblioteca di Napoli. Proprio perché le sue descrizioni del Regno partivano da un lungo viaggio che attraversò tutti i paesi in lungo e largo, basandosi su ciò che vedeva ed appuntava(de visu et de auditu), che riferiscono cose vedute e udite personalmente, non sentite dire); riteneva gli altri storiografi del regno dei veri e propri falsari. Probabilmente non ha torto. Infatti l’Abate Sacco nella prefazione della sua opera, si profonde in ringraziamenti ad una serie di professori che gli hanno fornite notizie e riferimenti sui Paesi del Regno descritti nel suo Dizionario. In ogni caso la prima descrizione della città di Casoria all’epoca del regno di Napoli sembrerebbe essere proprio quella dell’Abate Sacco. Infatti nel 1795 l’abate don Francesco Sacco, Regio Professore di Storia e Geografia, pubblicò il “Dizionario geografico-istorico-fisico del Regno di Napoli” dedicato alla Maestà di Ferdinando IV RE delle Sicilie. Solo tre anni dopo, nel 1798, Giuseppe Maria Alfano pubblicò la sua “Istorica descrizione del Regno di Napoli” Infine Lorenzo Giustiniani, con il suo “Dizionario geografico ragionato del Regno di Napoli” : un’opera in 13 volumi data alle stampe a Napoli tra il 1797 e il 1816, presso gli editori Vincenzo Manfredi e Giovanni de Bonis. Ecco come L’Abate Don Francesco Sacco descrive la città di Casoria nell’anno 1795. Casoria Casale Regio provincia Terra d Lavoro- Diocesi di Napoli, il quale giace in una perfetta pianura, d’aria temperata e nella distanza di tre miglia dalla città di Napoli. Si ammirano in questo Casale regio appellato nelle carte antiche CASA AUREA, CASAURIA, due magnifiche chiese parrocchiali, una sotto il titolo di San Benedetto Abate e l’altra sotto l’invocazione di San Mauro Abate, eretta da qualche tempo in collegiata, la quale viene ufiziata da 22 Canonici e da 12 Eddomadary e da un Prevofita che è capo di tutto il collegio dei canonici.( il clero aveva all’epoca una sua gerarchia. Dopo il Prevofita:l’odierno Preposito: dal latino præpositus “posto innanzi, posto al comando” il termine si è storicamente prestato ad indicare diversi tipi di funzionari, non solo nell’amministrazione ecclesiastica, ma anche in quella civile, posti a capo di qualche particolare servizio pubblic; vi erano i canonici e poi gli Eddomadari(ebdomadàrio o eddomadàrio; ant. edomadàrio) [dal lat. tardo hebdomadarius, der. di hebdŏmas -ădis: v. ebdomada], letteralmente Settimanale; che si fa o ritorna ogni settimana; è stato usato per indicare la periodicità di giornali e riviste: foglio, giornale . In altri tempi, indicò il sacerdote addetto al servizio liturgico per tutta una settimana o per un giorno stabilito. L’importanza veniva espressa anche dai sedili(stalli) assegnati al clero. Quelli dei canonici erano ad un piano superiore, ed avevano le spalliere a cattedra, ovvero piccoli troni orlati di decori, gli stalli degli Eddomadari invece si trovavano ad un piano inferiore, sono formalmente diversi da quelli dei canonici. Infatti non hanno decori, né cattedre né troni né spalliere. Finanche i genuflessori dei Canonici sono diversi proprio per attestare il loro superiore ruolo. NDR) Inoltre egli ha due sontuose chiese filiali sotto i titoli di Santa Maria delle Grazie, e di Santa Maria del Carmine, e di 4 confraternite laicali: Santissimo Sacramento, del Rosario, Santa Maria della Pietà e del Carmine. Le produzioni del Territorio sono:Grani, granidindia, legumi, frutti, vini, lini, canapi e seta. La sua popolazione ascende a 6000 anime sotto la cura spirituale di un Prevofita e d’un Rettore curato. Questo Casale è rinomato per la nascita data al celebre pittore Pietro di Martino, discepolo del Giordano il quale per onore della Patria dipinse un bel quadro di San Pietro nella soffitta della Chiesa collegiale di Casoria. Fin qui la descrizione della nostra città nel 1795. Ancora una conferma dell’identità perduta di città che nasce e si sviluppa intorno a due Chiese: quella di San Mauro elevata ad antichissima collegiata e quella di San Benedetto. Un borgo agricolo considerato dai Borbone e dai nobili meridionali che qui vi avevano vasti possedimenti, il granaio dell’intero Regno Delle Due Sicilie.