Santi di Casoria – mostra fotografica di Mauro Bene
Casoria ha radici antichissime ed ha subito nel corso della storia, innumerevoli cambiamenti. Il tessuto urbano è stato più volte riorganizzato in base alle esigenze legate alla crescita della città. Gli stravolgimenti più eclatanti, sono avvenuti nel ‘900. Da luogo di villeggiatura di molti possidenti napoletani a granaio del capoluogo; da città urbanizzata industriale negli anni ’70, a luogo di servizi e commercio a fine secolo. Questi cambiamenti a volte selvaggi e per qualcuno scellerati, l’hanno trasformata in un paesone – a detta di molti – brutto, inguardabile, invivibile. Insomma un luogo che può essere ritratto per raccontarne difetti e magagne, non certo per invogliarne la visita o la conoscenza. Questo assunto viene capovolto completamente dallo sguardo di Mauro Bene. Nelle sue foto, è possibile conoscere una Casoria diversa. Una Casoria “bella”. La Casoria che possiamo definire “Città dei Santi”. Su questa storia, sui santi, sul percorso della città in onore dei suoi personaggi più illustri, che diventano anche storie di quotidianità, si basa l’opera presente in questa mostra, ospitata nella basilica pontificia di San Mauro, che accompagnerà i casoriani dal 21 dicembre al 22 gennaio.
La capacità – davvero straordinaria – di Mauro Bene è quella di riuscire a “vedere” con le sue foto, scampoli di bellezza a tal punto magici da sorprenderci e renderli a tal punto “potenti” da farci dire: ma è veramente Casoria? Ma veramente a Casoria accadono queste storie?
E la sorpresa diventa meraviglia quando riconosciamo il luogo ritratto, che magari viviamo tutti i giorni e che sfugge alla nostra attenzione perché troppo presi dalla nostra quotidianità.
L’attività fotografica di Mauro Bene può e deve essere definita “Artistica” poiché Egli realizza ed inquadra – è il caso di dire – il “bello” dove la più gran parte di noi non riesce a scorgerlo, offrendoci anche un insegnamento, ovvero: saper trovare intorno a noi gli elementi giusti per poter valorizzare l’ambiente nel quale viviamo, uscendo dal luogo comune che lo vuole brutto e invivibile (e che pure se è nato una sua base di vero deve avere) per trovarne un altro che può essere dignitoso, interessante e perfino “bello” se solo abbiamo la capacità di saperlo guardare con sguardo attento e lucido e se soltanto ci appassioniamo un po’ (e basta solo un po’) alla storia della nostra comunità. Una peculiarità specifica di Mauro Bene che ci offre un ultima lezione: quella dell’amore per la “sua”, che poi è e deve essere sempre più, la “nostra” Città.
Giuseppe De Silva